Che cos'è un ecomuseo


La “nuova museologia” nasce in Francia negli anni Sessanta del secolo scorso attraverso l’impegno di molti esperti del settore, tra cui Georges Henri Rivière e Hugues De Varine; tale movimento ha favorito la crescita dell’istituzione museale, attraverso la presentazione e lo sviluppo dell’ecomuseo, il quale è nato con l’intento di sviluppare nuovi processi partecipati per la tutela del patrimonio locale (beni architettonici ed ambientali, culture materiali e tradizioni locali, etc.). L’ecomuseo, rispetto alle classiche realtà museali, si caratterizza e si differenzia perché non privilegia collezioni storiche specifiche e circoscritte, ma mette al centro i valori ambientali e culturali del patrimonio presente nei territori e nelle comunità locali.

L’obiettivo primario dell’ecomuseo è la sua propensione a individuare e valorizzare le ricchezze storico-culturali ed ambientali dei luoghi, le loro usanze ed i saperi antichi, etc., che permette di rivolgere un interesse verso il territorio orientato alla tutela dei beni e sviluppo dei legami che li unificano al patrimonio locale; inoltre, l’ecomuseo riesce a sostenere le risorse mediante nuove forme organizzative sul territorio, che contribuiscono ad accrescere la coesione socio-culturale ed a incrementare l’identità locale.

Nel quadro dell’attuale “modernità liquida” gli ecomusei puntano a recuperare, come è stato sottolineato nel corso di un incontro nazionale sugli ecomusei svoltosi nel 2003, non tanto una memoria del passato fine a se stessa, quanto un legame tra passato, presente e futuro tale da evitare che tutto possa diventare istante isolato.

In questo contesto e in una società sempre più globalizzata, l’ecomuseo può essere sintetizzato come un’espressione progettuale che accorda le esigenze di promozione/sviluppo dei valori di un territorio con la necessità di tutela/valorizzazione dei beni culturali ed ambientali, cercando di creare quegli spazi che mettono in sinergia le capacità degli abitanti per avviare processi di promozione del territorio alternativi.

In Italia l’ecomuseo non è ancora molto diffuso e tale istituzione ha trovato terreno fertile solo in alcune regioni italiane, quali il Piemonte (che ad oggi conta il più alto numero di ecomusei), il Trentino e la Lombardia.

In tale contesto si è inserito il nostro progetto ecomuseale che ha portato all’attenzione della popolazione che vive nella Valle del Simeto i principi e gli strumenti della “nuova museologia” cercando di far comprendere le potenzialità offerte dall’ecomuseo per la tutela e valorizzazione delle risorse del territorio.

L’ecomuseo è un processo dinamico in stretta relazione con la comunità locale, quindi suscettibile di accrescimenti e anche di sostanziali modifiche .

La riconoscibilità e la valorizzazione del patrimonio diffuso non si ottengono soltanto attraverso interventi di segnaletica , anche se da lì molto spesso bisogna iniziare, ma attraverso una corretta informazione sui luoghi e soprattutto proponendo occasioni e attività che rendano il luogo vitale, fruibile e godibile sia per i cittadini che per la popolazione scolastica.

Soprattutto, per gli studenti tali luoghi oltre a rappresentare delle semplici sedi museali, devono essere luoghi di studio su documenti concreti e vivi del proprio paesaggio, portando anche allo sviluppo della sensibilità verso il bene culturale come ricchezza della comunità da mantenere e valorizzare anche attraverso il contributo di tutti noi.

La varietà dei caratteri geo-ambientali e il patrimonio culturale diffuso sono gli elementi su cui si fonda il Sistema Territoriale Museo Diffuso della Valle del Simeto.

Il Museo Diffuso riunisce memorie e oggetti che rievocano mestieri tradizionali legati all’uso delle risorse naturali, al mondo dei contadini, alle tracce delle popolazioni antiche, alle credenze religiose, alla salvaguardia di oggetti d’arte. È stato pensato, anche, come laboratorio permanente per la custodia e valorizzazione del paesaggio, per avviare un sistema di costante conservazione del territorio e per sottolineare le peculiarità dell’area su cui si opera.

Il Museo Diffuso si struttura attualmente come un sistema di relazioni fra elementi qualitativamente differenziati, che si identificano in Punti Museali, Laboratori e Itinerari; i quali sono organizzati in Sistemi: Demo-etno-antropologico, Beni Storico-Artistici, Naturalistico e Beni archeologici.